Lo studio dal titolo “Tissutal and Fluidic Aspects in Osteopathic Manual Therapy: A Narrative Review” è stato pubblicato a Maggio di quest’anno dalla rivista Healthcare, con lo scopo principale di approfondire i meccanismi fisiologici alla base della disfunzione somatica (DS).
La ricerca della letteratura è stata eseguita tra Settembre e Dicembre 2020 utilizzando i principali motori di ricerca (quali MEDLINE; SCOPUS; Scholar Google; Cochrane Library). Sono stati inclusi esclusivamente lavori di revisione, studi clinici e studi osservazionali in lingua inglese.
I dati dello studio
La fase preliminare ha prodotto 13730 risultati per arrivare, attraverso un processo di selezione, ad ottenere un numero di 75 articoli idonei alla revisione, dai quali si evince come diversi autori considerino la Disfunzione somatica (DS) un “elemento nosologico” rilevabile alla palpazione.
Le recenti conoscenze indicano che il comportamento del tessuto ed in particolare del connettivo, anche in risposta al trattamento osteopatico (OMT), possa dipendere dalla modulazione del grado di infiammazione.
Bassi livelli infiammatori (LGI) agirebbero sulla Matrice ExtraCellulare (MEC) e sugli elementi cellulari, attraverso meccanismi mediati dall’ambiente in cui i tessuti sono posti, ovvero l’acqua.
La LGI crea un diverso grado di espressione della funzione cellulare e conseguentemente tissutale, generandone un malfunzionamento.
Tale condizione, chiamata para-infiammazione, sarebbe presente senza infezioni o lesioni evidenti ed il suo mantenimento per periodi prolungati farebbe progredire il tessuto in una condizione di infiammazione cronica.
L’effetto dell’infiammazione cronica sul tessuto si manifesta frequentemente con alterazioni della sua struttura e quindi della sua MEC.
I principali responsabili della tensione della matrice, così come della sua rigidità e viscosità, sono i fibroblasti e i miofibroblasti. Recenti studi invece, dimostrano come l’indurimento dei tessuti dipenda dal cambiamento di idratazione della matrice. L’acqua costituisce infatti la componente maggiore del volume della fascia e diverse sollecitazioni della stessa ne influenzano la velocità di reidratazione. Ne consegue pertanto, un’interazione diretta tra le forze fluidiche e il rimodellamento della fibra locale.
In prossimità delle membrane biologiche, in estese zone del volume della massa d’acqua si pone in evidenza un’organizzazione particolare delle molecole, descritte come exclusion zone (EZ). Con le sue molecole organizzate in EZ, l’acqua biologica potrebbe spiegare il funzionamento fisiologico e patologico dei tessuti e come questi rispondono all’OMT ipotizzando una normalizzazione delle EZ.
Le ricerche in questo ambito sono ancora da approfondire, ma la nostra proposta ci pare una plausibile spiegazione alle molte dinamiche relative all’OMT. Riteniamo che questo possa aprire in futuro un affascinante scenario di possibilità terapeutiche e di conoscenza.